

Il mestiere di genitore è tra i più difficili al mondo in quanto non vi sono scuole di formazione ad hoc e le scelte educative vengono di solito lasciate all’istinto e alle emozioni del momento. Per esempio, ogni genitore premuroso sperimenta la frustrazione di vedere il figlio in difficoltà mentre si confronta con i problemi della vita e tende immediatamente ad intervenire per proteggerlo da insuccessi e frustrazioni. Questo atteggiamento può essere adeguato nella primissima infanzia, ma via via che i figli crescono, diventa importante esprimere la cura nei loro confronti in modi che promuovano la sicurezza e auto-consapevolezza così che possano diventare abili nel navigare in autonomia nelle acque inesplorate che li circondano.
L’incertezza è invariabilmente accompagnata da ansia e quando uno è ansioso, la presenza intorno a sé di persone calme e tranquille ha un valore inestimabile, se ci si vuole liberare dell’ansia e prevenire un possibile sovraccarico emotivo difficile da controllare.
L’ansia è altamente contagiosa e i figli sono piuttosto abili nel trasferire la loro ai genitori allo scopo di alleviare il proprio stato di disagio. Dal canto loro i genitori, più o meno consapevolmente, in genere tendono a caricarsi le ansie dei figli assumendosi tutto il peso emotivo, e questa non è una buona pratica. Infatti, è importante ricordare che l’ansia è una reazione fisiologica dell’organismo a stimoli esterni, che in qualche modo funge da leva per far emergere le risorse migliori di un individuo, affinché vengano apportati gli opportuni cambiamenti per consentire l’adattamento alle sfide che la vita presenta in un determinato momento. Quindi, se un genitore assorbe troppo rapidamente e in misura elevata le ansie del figlio, liberandolo dal disagio e dall’agitazione indispensabili per far sì che lui possa reagire, in realtà finisce per deprivarlo della gran parte della motivazione necessaria a fargli mettere in atto quei tentativi utili per tirarsi fuori autonomamente dalla situazione critica nella quale si trova in quel momento.
Tenendo presente queste dinamiche familiari, che non sono sempre visibili alle persone che le vivono, è importante che i genitori, in un periodo particolarmente difficile, com’è questo della diffusione della pandemia, trovino il modo di rimanere attenti e solidali con i propri figli, ma evitando sia di fungere da amplificatori, sia di caricarsi troppo delle loro ansie, perché così facendo rischierebbero di bloccare le risorse migliori dei figli, indispensabili per l’adeguato sviluppo della loro personalità. A questo fine spesso è utile capire se la comunicazione instaurata con i propri figli risulta adeguata o se invece è necessario modificare qualcosa.
Usare un approccio equilibrato nel dare attenzione e supporto ai figli significa far accrescere il livello della loro resilienza, la caratteristica che più di ogni altra permette a un individuo di adattarsi in maniera efficace alla realtà esterna, anche nei momenti peggiori.