Recentemente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha effettuato uno studio per valutare la diffusione delle malattie nel mondo ed i relativi costi socio-economici. Lo studio ha evidenziato che, nei paesi occidentali, l’insieme delle malattie mentali costituisce una delle principali cause d’invalidità e di morte prematura. Questo dato ha spinto le autorità sanitarie di numerosi paesi ad attuare una serie di misure con lo scopo di promuovere la salute mentale.
Che cosa s’intende per salute mentale?
Prima di dare la definizione di salute mentale, è opportuno chiarire che cosa s’intende con i termini “salute” e “mente”.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il termine salute connota “uno stato di benessere completo, sia sul piano fisico, che mentale e sociale”. Questa definizione presuppone che la “salute fisica” e la “salute mentale” non siano considerate come separate l’una dall’altra.
Col termine mente si fa riferimento a tutte quelle funzioni eseguite dal cervello (per esempio, la percezione, l’attenzione e la memorizzazione), che sono correlate con i pensieri, i comportamenti e l’umore.
Con l’espressione salute mentale si fa riferimento ad una condizione in cui le funzioni mentali sono in un buono stato tale da garantire lo svolgimento di attività produttive, l’instaurarsi di relazioni sociali soddisfacenti, la capacità di adattamento ai cambiamenti e la capacità di fronteggiare le situazioni avverse.
Con l’espressione malattia mentale, invece, si fa riferimento all’insieme di quelle condizioni, i disturbi mentali, caratterizzate da alterazioni nei pensieri, nei comportamenti e/o nell’umore, accompagnate da sofferenza e, in alcuni casi da deterioramento delle funzioni mentali.
I disturbi mentali rispecchiano cambiamenti fisici che avvengono nel cervello, i quali, a loro volta, possono dare luogo ad altri cambiamenti fisici in altre parti del corpo. Esiste una vasta letteratura che documenta incontestabilmente come ci sia molto di “fisico” nei disturbi “mentali” e molto di “mentale” nei disturbi “fisici”.
A qualunque età, la salute mentale è fondamentale per il raggiungimento di livelli adeguati di apprendimento, di comunicazione con gli altri, di controllo delle emozioni, di elasticità nei comportamenti e di autostima
L’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza sono fasi dello sviluppo individuale, caratterizzate da cambiamenti profondi. In queste fasce d’età, lo stato di salute mentale è stabilito in base al raggiungimento o meno delle varie tappe di sviluppo (motorio, del linguaggio, cognitivo, sociale ed emozionale), oltre che dal tipo di legame affettivo (detto anche attaccamento) mostrato nei confronti degli altri.
Un bambino o un adolescente con un buon livello di salute mentale ha una qualità della vita buona, ossia, ha un rapporto soddisfacente con i familiari e con i coetanei, un buon rendimento scolastico, e non presenta né disabilità, né sintomi psicopatologici.
Distorsioni nel normale processo di sviluppo individuale, possono essere causa di disturbi mentali
Per spiegare meglio come un bambino o un adolescente possa sviluppare un disturbo mentale, è opportuno accennare alcuni principi fondamentali della psicopatologia dello sviluppo.
· La malattia mentale è frutto dell’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali, che entrano in gioco nel corso dello sviluppo individuale. Per capire il perché di certi comportamenti dei bambini o degli adolescenti, dunque, è necessario conoscere bene la storia e le esperienze passate di ciascuno.
· Nei bambini, c’è la tendenza innata ad adattarsi all’ambiente circostante, per cui se un bambino è “immerso” in un ambiente disturbato o patologico, l’adattamento che ne risulta, facilmente sarà anch’esso disturbato o patologico. La tendenza all’adattamento rispecchia una caratteristica fondamentale del cervello, la plasticità, che è massima durante la giovinezza e si riduce progressivamente col passare degli anni;
· Ciascun comportamento va sempre inserito nel giusto ambito temporale, o età. Per esempio, un’intensa reazione di disagio che faccia seguito all’allontanamento del genitore è normale nei primi anni di vita, ma può essere sintomo di malattia, se manifestata nell’adolescenza o successivamente; e ancora, un’esperienza stressante può produrre effetti profondi, modesti o non produrne affatto, secondo l’età in cui viene vissuta.
· Le condizioni ambientali in cui crescono i bambini sono importanti ai fini della salute mentale. Numerosi studi hanno dimostrato che se le condizioni sono sfavorevoli, si determinano effetti negativi sia nel breve, che nel lungo termine, e non solo sul piano psicologico-emozionale e delle relazioni sociali, ma anche su quello fisico.
· Un processo di sviluppo patologico si distingue da uno normale per differenze che, a volte, non sono facili da cogliere. In alcuni casi, per esempio, le differenze tra un comportamento normale ed uno patologico sono soltanto d’intensità o di frequenza.
Molto spesso, a determinare lo sviluppo di un comportamento patologico è la presenza di un particolare “fattore di rischio”.
Cosa s’intende per fattore di rischio?
Per fattore di rischio s’intende qualunque fattore biologico (ad esempio, il patrimonio genetico) o evento negativo (ad esempio, esposizione a sostanze nocive durante il periodo fetale, o ad eventi traumatici durante l’infanzia) che sia in grado di accrescere la probabilità (quindi, non necessariamente causare) di far sviluppare un disturbo mentale in un bambino o in un adolescente.
I principali fattori di rischio implicati nei disturbi mentali sono:
• danni provocati da abuso di alcol, droghe o tabacco, durante la gravidanza;
• peso basso (indice di sofferenza fetale) alla nascita;
• carattere difficile o predisposizione ereditaria ad un disturbo mentale;
• povertà, deprivazione e abbandono;
• violenze fisiche o abuso sessuale;
• rapporti insoddisfacenti con gli altri;
• presenza di familiari con disturbi mentali;
• esposizione ad eventi traumatici.
L’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza sono età critiche per l’acquisizione ed il mantenimento di un adeguato stato di salute mentale.
Anche nell’età adulta ci sono fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di un disturbo mentale; il più importante di tutti è rappresentato dallo stress. E’ bene sottolineare, però, che non tutti coloro i quali sono esposti a situazioni stressanti automaticamente sviluppano un disturbo mentale, molto è legato alla “vulnerabilità” (o predisposizione) sia dal punto di vista biologico, che psicologico e sociale.
Gli eventi stressanti più comuni, correlati con i disturbi mentali che hanno origine nell’adulto, sono:
• divorzi;
• lutti;
• incidenti o traumi gravi;
• rapporti fortemente conflittuali in famiglia o al lavoro;
• malattie croniche;
E’ stato stimato che in media una persona su quattro presenta qualche disturbo mentale (3). Questi disturbi possono causare conseguenze serie e durature, sia alla persona che viene colpita, che alla comunità di appartenenza.
Fortunatamente, la maggioranza delle persone che sperimentano questo tipo di problemi riesce a superarli o impara a conviverci, specialmente se ricorre tempestivamente all’aiuto di uno specialista.
Purtroppo, da uno studio recente è emerso che circa i due terzi delle persone affette da disturbi mentali non fa ricorso ad alcuna terapia per migliorare la propria condizione, e che, nella maggior parte dei casi, l’ostacolo più grande a ricorrere alle cure specialistiche è dato dai pregiudizi che circondano la malattia mentale.
Questo sito si propone di dare un contributo alla promozione della salute mentale e alla riduzione dei pregiudizi nei confronti della malattia mentale, fornendo informazioni sulla diffusione, le caratteristiche, le cause e la cura dei principali disturbi mentali
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