L’autismo

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Le persone autistiche trascorrono la maggior parte del tempo isolate nel loro mondo, impegnate a rispettare rigorosamente gli orari e le attività abituali oppure in attività ripetitive tipo accendere e spegnere un interruttore, dando così l’impressione di essere indifferenti, distanti ed incapaci di creare legami affettivi con gli altri.

Questo disturbo interessa lo 0,1-0,2% della popolazione e di solito fa il suo esordio prima dei 3 anni d’età.

I bambini con disturbo autistico sembrano non seguire le normali tappe di sviluppo; spesso, in loro il linguaggio e l’intelligenza non si formano in maniera completa, rendendo difficile la comunicazione e l’interazione con gli altri. In alcuni casi, i problemi sono evidenziabili dal confronto con i coetanei già alla nascita. In altri casi, invece, nel corso del primo anno di vita i bambini sembrano seguire uno sviluppo normale, poi improvvisamente cominciano a comportarsi in maniera strana, rifiutando gli altri e mostrando una regressione nelle abilità linguistiche e sociali.

Le caratteristiche

Le caratteristiche fondamentali del disturbo autistico sono, da una parte uno sviluppo anomalo e fortemente carente delle abilità sociali e comunicative, e dall’altra una notevole ristrettezza nel repertorio delle attività e degli interessi.

In particolare nelle persone autistiche si può osservare:

  • una compromissione di alcuni comportamenti non-verbali (sguardo, mimica facciale, posture e gesti) che regolano l’interazione sociale;
  • l’incapacità a sviluppare relazioni con i coetanei;
  • la quasi totale incapacità di condividere con altri gioie, obiettivi e interessi;
  • un ritardato o mancato sviluppo del linguaggio parlato;
  • nelle persone in cui c’è stato un adeguato sviluppo del linguaggio, l’incapacità ad iniziare o sostenere una conversazione con gli altri;
  • l’uso di un linguaggio stereotipato e ripetitivo;
  • l’assenza di giochi simbolici o di simulazione;
  • la comparsa di reazioni esagerate (per es., picchiare la testa contro il muro o rotolarsi per terra urlando) a seguito di piccoli cambiamenti ambientali;
  • la presenza di movimenti stereotipati o ripetitivi (per es., battere le mani, schioccare le dita o dondolarsi);
  • un persistente ed eccessivo interesse per alcune parti degli oggetti.

Le persone autistiche possono mostrare una vasta gamma di sintomi tipo iperattività, disattenzione, impulsività, aggressività, comportamenti autolesionistici (per es., sbattere la testa, morsicarsi le dita o le mani), accessi di collera (quest’ultimi particolarmente nei bambini piccoli), e risposte esagerate a stimoli sensoriali (per es., un’alta tolleranza al dolore o un’ipersensibilità ai suoni, agli odori e alla luce e al contatto fisico). Possono inoltre mostrare poca o nessuna paura in presenza di pericoli reali, ed un timore esagerato di fronte ad oggetti innocui.

Durante l’infanzia, si assiste spesso ad un recupero spontaneo nell’area del funzionamento sociale, mentre durante l’adolescenza possono verificarsi sia dei miglioramenti che dei peggioramenti dal punto di vista comportamentale.

In alcuni individui adulti la memoria a lungo termine può essere eccezionalmente sviluppata.

 

La diagnosi

Attualmente non sono disponibili esami biochimici o strumentali che consentano di fare una diagnosi di autismo. Per una corretta diagnosi è necessario, dapprima escludere la presenza di problemi neurologici specifici o di sordità, che possono indurre un certo grado d’isolamento sociale, e poi che uno specialista (psicologo o psichiatra) valuti, sia attraverso l’osservazione diretta che con l’uso di test psicometrici standardizzati, il livello di sviluppo del linguaggio e delle abilità sociali del bambino; è indispensabile anche un’intervista ai familiari per raccogliere informazioni sull’andamento di alcuni comportamenti della persona in esame nel corso del suo sviluppo.

L’autismo può essere accompagnato, tanto da ritardo mentale di tipo medio o grave (nel 75-80% dei casi), quanto da un’intelligenza superiore alla media (10% circa dei casi).

Circa un terzo dei bambini autistici soffre anche di epilessia. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi questo problema può essere ben controllato dai farmaci antiepilettici.

 

Le cause

Le cause di questo sconcertante disturbo non sono note, ma la maggior parte degli studiosi concorda nel dire che esso sia il frutto di anomalie strutturali e/o funzionali di alcune aree cerebrali, che insorgono durante le prime fasi dello sviluppo postnatale.

 

La cura

Oggi, più che nel passato, è possibile fornire alle persone autistiche una serie di aiuti terapeutici tali da consentire loro di vivere una vita il più vicino possibile alla normalità. Gli aiuti terapeutici disponibili sono:

  • speciali programmi educativi, rivolti direttamente alle persone autistiche, con l’obiettivo di accrescere le capacità di apprendere, comunicare e relazionarsi con gli altri;
  • programmi educativi e di sostegno rivolti alle famiglie delle persone affette da questo disturbo, perché, piuttosto che rimanere passive e rassegnate nei confronti delle difficoltà dei propri cari, assumano un ruolo attivo nell’attuazione dei programmi d’intervento;
  • farmaci (alcuni ansiolitici, antidepressivi e psicostimolanti) che solitamente vengono impiegati per il trattamento di sintomi quali comportamenti ripetitivi, iperattività, aggressività, tipici di altri disturbi mentali (disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da deficit d’attenzione e iperattività), ma che talvolta si ritrovano anche tra le persone autistiche. E’ opportuno precisare, tuttavia, che esistono pochi studi controllati che hanno valutato l’efficacia di questi farmaci su soggetti autistici; quindi, il ricorso ai farmaci viene da più parti contestato.

 

Anche le persone autistiche che presentano un ritardo mentale grave possono raggiungere buoni livelli d’autonomia nel vestirsi, nell’igiene personale, nel cucinare, nel maneggiare il denaro, ecc.

Per accrescere la probabilità di successo dell’intervento, è bene che questo sia attuato il più precocemente possibile.