Ti capita di trascorrere sempre più tempo al computer navigando, chattando e leggendo messaggi di posta elettronica; di spegnere il modem e provare una sensazione insopportabile di vuoto; di alzarti, la notte, spinto da un irrefrenabile desiderio di riprendere la navigazione in internet o di leggere la posta elettronica; e tutto ciò comincia a crearti seri problemi al lavoro o in famiglia?
Se la risposta è sì, è probabile che tu stia manifestando i segni di un nuovo disturbo che gli psicologi nordamericani hanno chiamato Internet Addiction Disorder ovvero Disturbo da Dipendenza da Internet (DDI).
Può sembrare esagerato parlare di dipendenza in riferimento all’uso di Internet; tuttavia, i comportamenti descritti in precedenza sono simili a quelli mostrati dalle persone che hanno una dipendenza da sostanze tipo cocaina, alcol, tabacco, ecc.Infatti, anche nel DDI si riscontrano fenomeni di:
- tolleranza (è necessario aumentare sempre più il tempo da dedicare a Internet per ottenere gli stessi livelli di soddisfazione);
- astinenza (in seguito alla sospensione del collegamento o riduzione del tempo dedicato a Internet, compaiono sintomi quali tremori, umore variabile, irritabilità, insonnia e ritiro sociale);
- “craving” (la ricerca smaniosa del collegamento a Internet per navigare o chattare che, se non soddisfatta, determina sofferenza fisica e psichica).
Il DDI non è l’unico disturbo da dipendenza ad essere caratterizzato da tolleranza, astinenza e “craving” in assenza di una vera e propria assunzione di sostanze; il gioco d’azzardo rappresenta un altro esempio tipico.
Gli psicologi che studiano il DDI, non sono ancora in grado di dare indicazioni sulla diffusione del disturbo, ma forniscono un identikit di chi lo sviluppa: generalmente si tratta di maschi o femmine (con una leggera prevalenza delle ultime), di mezza età, che si trovano momentaneamente senza lavoro, e che traggono soddisfazioni sul piano virtuale non riuscendo ad ottenerne su quello reale.
Dell’identikit appena tracciato, l’ultimo aspetto è sicuramente d’interesse per gli psicologi. Internet può rappresentare, per chi vive frustrazioni nella vita quotidiana, il luogo in cui prendersi qualche rivincita. Da questo punto di vista, la chat è il luogo ideale in quanto le persone si sentono libere di descriversi come desiderano; é frequente, infatti, che chattando dichiarino età, occupazione, stato civile, caratteristiche fisiche o, addirittura, identità sessuale, diversa da quella reale. Una vera e propria fuga dalla realtà, in grado di suscitare sensazioni ed emozioni piacevoli. Staccarsi da Internet significa ripiombare nella frustrazione; di qui l’esigenza di rimanere “intrappolati” nella rete sempre più a lungo.
L’esistenza del DDI non deve, però, indurre a demonizzare Internet; di fatto, non tutti quelli che usano questo strumento sviluppano dipendenza. Come in genere accade per i disturbi mentali, tanto la vulnerabilità biologica e psicologica, quanto le esperienze personali, giocano un ruolo fondamentale nell’emersione del disturbo.