I tic nervosi

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Si parla di tic motori quando una parte del corpo (ad esempio la faccia, le spalle, le mani o le gambe) si muove ripetutamente, in modo rapido, improvviso ma, soprattutto, incontrollato. Oltre ai tic motori esistono anche quelli di tipo vocale; si parla di tic vocali quando una persona emette suoni o parole in modo ripetuto ed incontrollato.

I tic possono essere semplici, in quanto interessano pochi muscoli o vengono prodotti semplici suoni, e complessi, in quanto interessano numerosi muscoli o vengono pronunciate delle parole.

Esempi di tic motori e vocali semplici sono:

  • ammiccare;
  • arricciare il naso;
  • fare smorfie facciali;
  • torcere il collo;
  • alzare le spalle;
  • annusare;
  • schiarirsi la gola;
  • tirare su col naso;
  • emettere suoni simili a colpi di tosse, schiocchi o sbuffi;

esempi di tic motori o vocali complessi sono:

  • fare movimenti stereotipati con le mani;
  • saltellare;
  • toccare ripetutamente oggetti;
  • pestare i piedi;
  • flettere le ginocchia;
  • dire singole parole;
  • fare cambiamenti improvvisi del tono, del volume o della fluidità dell’eloquio;
  • ripetere le ultime parole udite.

I tic possono essere controllati solo per breve tempo e facendo uno sforzo notevole

Dopo aver bloccato un tic, questo tenderà a ripresentarsi con intensità e frequenza ancora maggiore, quasi a voler compensare il periodo di sospensione. Per comprendere meglio ciò che accade ad una persona quando si sforza di controllare i propri tic, uno potrebbe provare ad interrompere il battito delle proprie palpebre; l’operazione risulterà semplice all’inizio, ma trascorsi alcuni secondi, le palpebre riprenderanno a battere automaticamente e sarà difficile arrestarle nuovamente se prima non saranno trascorsi alcuni minuti.

I tic tendono a presentarsi con maggiore frequenza quando una persona si rilassa in privato (ad es. guardando la tv a casa) probabilmente perchè viene meno il controllo volontario; in genere non sono presenti durante il sonno.

I tic possono avere frequenza e gravità tali da compromettere seriamente la vita sociale, scolastica e lavorativa delle persone che ne sono affette. La cronicità dei sintomi può causare notevoli disagi e portare talvolta all’isolamento sociale.

Tipi di tic, loro diffusione ed età d’insorgenza

Il tipo più comune di tic è quello “transitorio” (l’esempio tipico è sbattere le palpebre), che colpisce il 10% circa dei bambini durante i primi anni di scuola e che si manifesta per alcuni mesi prima di sparire spontaneamente. Altri tipi di tic, invece, non scompaiono rapidamente, ma perdurano per un anno o anche più, e perciò sono detti “cronici”; questi tic interessano meno dell’uno percento dei bambini e possono sfociare nella cosidetta “sindrome di Tourette” che è la forma più grave di tic. Le persone con questa sindrome presentano sia tic vocali, che motori; alcuni di questi tendono a scomparire all’inizio dell’età adulta, mentre altri permangono anche dopo. Le persone affette dalla sindrome di Tourette possono arrivare ad insultare e persino a pronunciare parole oscene nei confronti degli altri, senza riuscire in alcun modo a bloccarsi.

E’ frequente che le persone con la sindrome di Tourette presentino anche un disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività o un disturbo ossessivo-compulsivo.

Le punizioni ed i rimproveri di genitori ed insegnanti non aiutano il bambino a controllare i tic, anzi, così come le prese in giro da parte dei compagni di classe, determinano in lui stress, una riduzione dell’autostima (conseguente all’errato convincimento di non riuscire a controllare comportamenti che, invece, potrebbero essere facilmente controllati) ed un peggioramento complessivo del disturbo.

Le condizioni di stress peggiorano notevolmente i tic

I tic possono fare la loro comparsa in un arco di tempo che va dai 3 ai 18 anni di età; l’età media di esordio è intorno ai 6-7 anni.

Il disturbo, generalmente, dura per tutta la vita, anche se non è raro assistere a periodi prolungati (da alcune settimane a qualche anno) in cui i sintomi sono assenti. Durante l’adolescenza o l’età adulta, la maggior parte dei casi va incontro ad un sorprendente miglioramento della sintomatologia; solo in pochi casi si può, invece, assistere ad un peggioramento.

Valutazione e diagnosi

L’esame clinico di un bambino o di un adolescente affetto da tic, in particolare nelle forme più gravi, dovrebbe essere completo e prevedere sia una valutazione neurologica che psicologica.

Il clinico, la famiglia e il bambino devono collaborare a ricostruire la storia del disturbo (l’esordio, l’evoluzione, i fattori che migliorano e quelli che peggiorano la sintomatologia), oltre che a valutare la situazione attuale.

Fondamentale è la verifica di come, eventualmente, i tic producono interferenze sul funzionamento emozionale, sociale e familiare, o sul rendimento scolastico del bambino. Per verificare ciò è utile controllare i sintomi, usando apposite schede di registrazione, per alcuni mesi.

Il trattamento

Bisogna premettere che molti bambini o ragazzi che presentano tic non necessitano di alcun trattamento. Visto l’andamento altalenante di questo disturbo, l’attesa in molti casi è la scelta più prudente. Nei casi più difficili, generalmente, è indicato un trattamento multidisciplinare che prevede l’uso di tecniche per la modificazione del comportamento e i farmaci.

Tra le tecniche comportamentali sono da segnalare:

  • l’automonitoraggio (attraverso cui la persona registra la frequenza di comparsa dei tic ed impara a riconoscere le situazioni in cui è più probabile che essi si presentino);
  • l’addestramento all’inversione delle abitudini (attraverso cui la persona impara a mettere in atto movimenti opposti a quelli consueti, nel momento in cui sente l’urgenza di muovere la parte del corpo interessata dal tic);
  • l’addestramento al rilassamento e tutte quelle tecniche che consentano alla persona di rilassarsi e di fronteggiare le situazioni stressanti.

Tra i farmaci più usati nel trattamento dei tic ci sono:

  • alcuni antipertensivi tipo la clonidina;
  • alcuni antidepressivi tipo la fluoxetina o la clomipramina;
  • alcuni antipsicotici tipo la pimozide o l’aloperidolo.
  • molte delle terapie farmacologiche disponibili, pur se efficaci nel ridurre la frequenza e l’intensità dei tic, necessitano di trattamenti prolungati e possono produrre effetti collaterali seri.