Quando la quantità dei compiti a casa è eccessiva o quando il loro contenuto risulta particolarmente difficile per le capacità di un bambino, la validità di questo strumento di apprendimento si riduce significativamente sino a diventare in alcuni casi un’occasione da evitare a tutti i costi. Questo è particolarmente vero nella fascia d’età che riguarda le elementari e le medie. Ci sono casi in cui i compiti a casa diventano una fonte di conflitti familiari, i quali hanno come conseguenza, nel breve termine l’insorgenza di livelli di stress tali da influenzare negativamente la comprensione e la ritenzione del materiale che dovrebbe essere appreso, e nel lungo termine il rifiuto totale dei compiti ed un pessimo rendimento scolastico. Quando i compiti assegnati sono troppi, anche bambini solitamente vivaci e ben organizzati possono sperimentare lo stress da compiti e diventare di conseguenza disordinati e sregolati, creando così un circolo vizioso.
Di seguito vengono riportati alcuni “espedienti” volti a rendere il tempo che i bambini dedicano ai loro compiti meno pesante e più efficace ai fini dell’apprendimento.
1) Fategli eseguire piccole attività senso-motorie mentre studiano
Se vostro figlio è irrequieto o iperattivo, provate a farlo sedere, piuttosto che sulla sedia, su una palla da ginnastica in modo da consentirgli di poter eseguire piccoli movimenti circolari durante lo studio. In alternativa, potete legare uno di quegli elastici da ginnastica attorno alle gambe anteriori della sedia, in modo che il bambino possa tirarlo con i piedi. Anche fargli semplicemente masticare una gomma può essere di aiuto nello studio, e questo perché i movimenti della masticazione e della suzione possono facilitare l’apprendimento.
2) Usate il timer e la ricompensa
Se vostro figlio si attarda nell’iniziare i compiti a casa, provate a promettergli che se comincerà presto a studiare e riuscirà a farlo almeno per trenta minuti di seguito, poi otterrà una certa ricompensa. (N.B. per funzionare, la ricompensa deve essere concordata direttamente con il bambino e deve essere qualcosa di significativo per lui). Se necessario si può ripetete l’operazione prolungando di giorno in giorno i tempi.
3) Usate in maniera accorta le ricompense
Se vostro figlio è particolarmente demotivato a studiare, cercate di sfruttare frequentemente alcune ricompense. Una semplice frase del tipo: “Quando avrai finito, giocherò un poco con te” può avere un valore di ricompensa inimmaginabile! Cercate invece di non usare mai come ricompensa l’uso dei videogiochi, poiché hanno un effetto spesso negativo sul rendimento accademico, in quanto possono interferire con la concentrazione, il sonno e/o la gestione del tempo.
4) Parlate con gli insegnanti
Cercate di stabilire quanto tempo sia necessario per fare tutti i compiti assegnati. Se capite che vostro figlio necessita di molto più tempo rispetto a quello stabilito, provate a chiedere all’insegnante se può modificare qualcosa nei compiti che assegna a vostro figlio. Potrebbe rendersi necessario formalizzare tali modifiche inserendole in un Piano Didattico Personalizzato; potrebbe non essere semplice da attuare, ma se ritenete che abbia un senso per vostro figlio, non esitate a farlo.
5) Fate fare delle pause (purché non troppo lunghe!)
Dopo il rientro a casa da scuola, concedete a vostro figlio un periodo di tempo per rilassarsi. Comunque cercate di ottenere che, una volta iniziati i compiti, completi il lavoro il più rapidamente possibile e senza rinvii. Potete anche inserire un breve intervallo durante lo studio per fargli fare uno spuntino sano, che tra l’altro lo aiuti a fornire la giusta energia al cervello e adeguati livelli di zucchero nel sangue.
6) Fornitegli un giusto sostegno
Molto spesso i ragazzi non necessitano di un vero e proprio sostegno per fare bene i compiti; però si sa che il rendimento può essere accresciuto quando studiano in compagnia di amici. Anche la sola presenza del genitore seduto accanto è spesso di grande aiuto per fargli mantenere la giusta concentrazione nelle attività da svolgere.
7) Create uno spazio idoneo
A livello ideale i compiti andrebbero svolti in una stanza priva di fonti di distrazione (se si eccettuano gli esempi della palla e dell’elastico, a cui si è fatto riferimento sopra!). Bisogna avere la consapevolezza e cercare di trasferirla ai ragazzi, che più distrazioni visive e uditive ci sono nella stanza, e più interruzioni saranno possibili durante lo studio. Quindi, l’ideale sarebbe studiare in un luogo dove non siano presenti quegli strumenti, tipo cellulare e computer, che espongono i ragazzi ad una costante fonte di distrazione.
8) Non consentitegli di fare più cose contemporaneamente
I ragazzi, in particolare quelli delle scuole medie e superiori, sono molto attratti dai social network (Facebook e Twitter) e dalle chat (Microsoft Messanger e Skype) e tendono naturalmente ad usarli anche mentre fanno i compiti. Quelli più piccoli, invece, tendono a studiare con la tv o la playstation accesi. Anche se i ragazzi insistono nel dire che ciò può essere di aiuto nell’apprendimento, la ricerca ha inequivocabilmente dimostrato che il multitasking, cioè l’occuparsi di più cose contemporaneamente, è sempre legato ad una bassa prestazione. Perciò, chiedete loro di staccare completamente da qualunque altra attività durante le ore di studio, ma garantitegli comunque la possibilità di dedicarsi a queste attività di svago, non appena avranno finito i compiti.
Alcuni bambini poi tendono a studiare avendo tutti i libri aperti contemporaneamente e a passare alternativamente da una materia all’altra. Chiedetegli di completare un argomento alla volta, magari cominciando con il compito più difficile.
9) Siate disponibili
Molte volte succede che i ragazzi non cominciano a fare i compiti o smettono di farli dopo poco, semplicemente perché non c’è nessuno vicino a loro a cui chiedere un aiuto. Ovviamente non bisogna commettere l’errore di sostituirsi ai figli facendo il lavoro per loro, ma è comunque opportuno far sentire la propria presenza guidandoli, dandogli consigli ed incoraggiandoli, quando necessario.